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Ma quello è un castagno? Com’è grande! E’ bello, con le foglie di tanti colori! Ma in principio, quando non c’erano ancora gli uomini, come sono nati il castagno e le altre piante? Allora una voce disse: -Se non lo sapete ve lo dico io! -Ma tu chi sei? -Il Sole -Ma dove sei? -Sono nei colori delle foglie, nelle nuvole del cielo, nelle onde del mare, nella luce che tutto illumina. E c’ero prima degli alberi, prima di tutto. Tutto quello che vedi l’ho fatto io. |
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Un segreto dei frati: cuocendole nella padella (ma meglio con la brace di legna) spruzzate sopra del sale. Appena cotte, mettere dentro un tegame alto con dentro uno o più strofinacci. Spuzzare sopra un pò di vino bianco e coprire con altri strofinacci. Lasciare riposare per almeno 5 minuti. Saranno gradevolmente profumati, si sbucceranno più facilmente e resteranno più calde. |
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UN TRONCO DI CASTAGNO di Rino Macedonio In una notte di tempesta ,il cielo era pieno di lampi e tuoni, e un fulmine spezzò un grosso ramo del castagno secolare. Il ramo cadde tra le foglie secche e rotolò in mare. Il mare, portando il suo profumo salmastro, sospirò. Le onde lo cullarono, lo fecero danzare con ritmi a volte calmi, avolte vorticosi. Quando la burrasca finì, spuntò la luna che con la sua luce bianca illuminò il ramo che sembrava cullarsi in un letto di brillanti. Io lo raccolsi dolcemente e lo portai in una baia protetta dagli scogli. Quella notte riposò circondato da piccoli sassi e conchiglie che, insieme allefoglie rimaste, formarono una corona regale. Quando venne un’altra burrasca lo portai più lontano, su un' isola deserta dove ho il mio laboratorio. Lì c’era il vento che giocava con la sabbia , creando intorno a lui piccolissime dune del deserto, che cambiavano forma in continuazione, mentre i granelli di sabbia dorata rotolavano prima in salita e poi in discesa, per fermarsi un attimo ad ammirare il lavoro che avevano fatto e riprendere quindi arincorrersi.Qui il ramo riprendeva a vivere, perché tutto quello che il mare porta, io lo prendo e lo faccio rivivere. Si possono creare continuamente straordinarie forme, mescolando, con la fantasia, tutto quello che il mare porta; è così che quella volta, con il ramo realizzavo infinite sculture e il mare le mostrava ai gabbiani, che volteggiavano in cerca di pesci.Cominciò così la vita: la Madre Terra era diventata per me una immensa fabbrica di opere d’arte dall’inconfondibile stile, scaturite dalla dalla passione che è in me. Il gioco aveva trasformato per me la Terra nel luogo nel luogo più bello dell’Universo. Ora qui il mare invita a giocare alla creazione di forme sempre nuove. Al mare ho visto sassi bianchi e grigi, piccoli e grossi. Essi erano nati abbracciati alla roccia delle cime nevose, dove volano le aquile. La neve al sole diventò acqua che correva, li staccò e li spinse giù verso i prati verdi. Di salto in salto arrivarono al grande fiume e lì, rotolando sul fondo, arrivarono al mare. Nella danza diventarono sempre più belli, lisci e leggeri. Io ne ho raccolto tanti su questa spiaggia, quelli più belli, che ho fantasticamente modellato. Un ramo secco sulla spiaggia sembrava un mostro. Le onde bianche erano cavalli in corsa. Il mare respirava. Urlava contro gli scogli. Giocava, e io giocavo con lui. Quando venne un’altra burrasca lo portai più lontano, su un' isola deserta dove ho il mio laboratorio. |
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